Il percorso evolutivo

La filosofia del Gorin porta al fatto che anche gli stadi di crescita di un marzialista completo si possano dividere in 5 fasi o percorsi; va notato che i "vertici della stella" del simbolo proposto sono "smussati" perché non vi è un cambiamento di direzione reale ma solamente la ricerca di qualcosa di diverso pur negli stessi gesti; il tutto è poi racchiuso nel cerchio, simbolo dell'unità e della continuità; inoltre, molto curiosamente, nella lingua italiana, i nomi dei cinque elementi che costituiscono il Gorin, sono tutti composti, ognuno, da cinque lettere.

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Seguendo il ciclo di controllo avremo:

- Dalla non consapevolezza del LEGNO alla TERRA, il materiale di base.

Questa è molto importante perché in sé racchiude (seppur poco visibili) anche tutti gli altri quattro elementi; sulla terra e nella terra scorre l'acqua, nelle viscere dei suoi vulcani si trova il fuoco, nel suo strato superficiale (quello aerato) vi affondano le radici del legno.
Per un periodo che può durare normalmente 5 anni, bisogna imparare a muoversi su ogni terreno, sul parquet liscio, più o meno elastico, sul morbido Tatami (materassina giapponese) e sull'asfalto rigido e ruvido; bisogna imparare ad eseguire in qualunque posto ci si possa trovare tutte le tecniche fondamentali del combattimento: calci e pugni (Karate, Atemi-jitsu, Kick-boxing), chiavi e leve articolari (Tuite, Aikidô), squilibri, proiezioni e cadute (Judo, Ju-jitsu); questo periodo corrisponde sostanzialmente al periodo dei Kyu (classe, in giapponese) detto anche delle cinture di colore; si lavora sull'equilibrio e sulla coordinazione, a corta, media e lunga distanza anche con le 3 armi di base: coltello, spada e bastone lungo (Tanto, Bokuto, Bo); quando saprete fare tutto questo avrete conquistato il diritto di passare di "categoria", da Mudansha diventare Yudansha ed indossare la cintura nera; qualcuno la può considerare un punto d'arrivo, ma in realtà è solo l'inizio: eseguire "a solo" un gesto e facendolo in modo formalmente e tecnicamente corretto (cioè corretto nella forma e nella sostanza, con soma e psiche in sintonia) porta a soddisfare contemporaneamente due requisiti: la corretta forma e il primo passo verso una corretta tecnica.

- Dalla TERRA, materiale di base, all'ACQUA, il materiale più adattabile.

Così come l'acqua si adatta ad ogni recipiente, un combattente deve sapersi adattare ad ogni avversario: tutto ciò che siete in grado di eseguire da soli dovete farlo con un avversario reale (in questa fase si completa la seconda parte della corretta tecnica); non è più ammessa l'incertezza; dapprima con tecniche singole, poi legandole, passando dall'una all'altra con scioltezza e disinvoltura, sia a mani nude (Aikidô) che con la spada (Ken-jitsu) ma bisogna studiare ancora altre armi (Kobudô) come Nunchaku e Jo; l'uso della spada in lega di metallo (per lo Iaido, al posto di quella di legno) diviene indispensabile; altri 5 anni sono quindi necessari per conseguire il II ed il III Dan (la linea in questo tratto è infatti discontinua) ma bisogna anche imparare a spiegare a se stessi le tecniche per poterle spiegare agli altri ed allora è possibile diventare Allenatori; lo studio della storia delle arti marziali vi aiuterà a capire perché ogni tecnica ha la sua ragione di essere.

- Dall'ACQUA al FUOCO, dall'adattabilità all'efficienza.

Altri 5 anni sono un tempo ragionevole per perfezionare le proprie tecniche al punto di non fare differenza se si è armati o a mani nude (Ken Tai Itchi); dopo aver acquisito la tecnica, incomincia la ricerca dell'Arte: la tecnica può ulteriormente migliorare soltanto se si coltiva lo spirito; la ricerca interiore inizia dalla spada (Iaido) e, per chi lo desiderasse, anche dall'arco (Kyudo); ormai abbiamo la conoscenza per raggiungere il grado di Istruttore e fare delle scelte per aiutare gli altri a percorrere la loro strada marziale (Budo) aprendo un nostro Dojo (il Luogo della Via); il fuoco avanza (lentamente o velocemente che sia) ma è inesorabile, fermarlo è molto difficile; quando ci si avvicina a lui si incomincia a sentire il suo calore da lontano e quando siamo arrivati a contatto ci siamo già scottati prima di capire come; le tecniche di chi ha raggiunto questa fase devono diventare corte e precise, senza troppo dispendio di energie, niente di superfluo, come fossero fiammelle guizzanti ed allo stesso tempo distruttive; questo avviene soprattutto portandole con precisione sui bersagli specifici dopo aver studiato i punti sensibili della medicina cinese (Kyusho-jitsu); corrisponde al IV Dan.

- Dal FUOCO al VENTO, dall'efficienza all'inafferrabilità.

L'aria, normalmente in quiete, inizia a muoversi e diventa vento; il vento non si preoccupa di che cosa si trovi sulla terra, animali, piante o montagne, lui soffia e nessuno lo può fermare; lui solo può decidere se essere una piacevole brezza o fare i danni di una tempesta, di farsi sentire da lontano o solo quando ti è addosso (siccome il vento è associato al metallo, pensate a come, con le mani, potreste afferrare senza conseguenze una spada che altri impugnano); il gesto dapprima sostanziale e pragmatico diventa raffinato; ogni tecnica può essere portata in molti modi ed ogni gesto può avere molti significati (come negli antichi Kata di origine cinese); ormai qualunque tecnica con qualunque arma è alla portata di chi è arrivato al livello di V Dan che è una forma d'Arte pura, ma per accedervi sono necessari l'abbandono all'ego e la rinuncia all'aggressività, mantenendo uno spirito libero e puro.

- Dal VENTO il ritorno al LEGNO, alla non consapevolezza.

Anche secondo le scuole buddhiste, attraverso il vuoto mentale (Mushin) si deve ritornare alla purezza primigenia: ormai, superato il gradino precedente, siete Kodansha e "la ricerca" deve diventare una cosa assolutamente personale ed ulteriori acquisizioni tecniche non hanno più significato; giunti a questo livello, lo Iaido deve essere praticato con una Katana autentica, una spada vera; in quest'ultima fase, un Maestro può indirizzare un allievo ma non può più condurlo e la linea sulla carta del simbolo del Gorin si interrompe; il tempo non ha più significato; ulteriori progressioni tecniche non possono essere codificate; è possibile ora ottenere il titolo di Maestro ma nemmeno il titolo di Maestro ha più significato: o si possiede la Maestria o nessuno può consegnarla come fosse una medaglia; su questi argomenti il cervello può fare lunghi ragionamenti ma nessuno saprà mai che cosa sia realmente fino a quando non vi si arriva personalmente.

Da parte di un insegnante verso un allievo, l'istruzione si completa quindi dopo un minimo di 20 anni di pratica, seguendo esperienze tecniche ed umane sempre nuove, dopodiché il praticante, divenuto ormai Artista, deve continuare la propria Via che si concluderà (probabilmente solo) quando egli passerà in un altra dimensione dell'essere.


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