Le reciproche diversità ...

Se dobbiamo proprio trovarla, l'unica differenza sostanziale, come già avevano rilevato gli antichi filosofi greci, è che in oriente ci sono più persone dal carattere "lunare" (cioè dalla conoscenza percettiva ed intuitiva: Yin), mentre in occidente ci sono più persone dal carattere "solare" (dalla conoscenza cognitiva e razionale: Yang), come se fossero rispettivamente il femminile ed il maschile del mondo; nel campo delle Arti Marziali, questa differenza si esprime nelle finalità della pratica e quindi nella progressione del percorso.

Il variegato mondo delle così dette arti marziali (si badi che è scritto in minuscolo) può essere suddiviso in due grandi correnti: gli "sport da combattimento" e le "Arti Marziali" vere e proprie; qual è la differenza? Questa la possiamo trovare nel fatto che le prime alimentano l'ego perchè anche attraverso il desiderio di primeggiare (che è tipico dell'ego umano) si cerca il miglioramento della prestazione agonistica, mentre nelle seconde l'ego deve venire soppresso per dare più possibilità al combattente di sopravvivere sul campo di battaglia, dove sono necessarie reazioni istintive, immediate,  non disturbate da altri pensieri, spuri ed inutili ... e la differenza non è di poco conto: è fondamentale.

Anche all'interno delle Arti Marziali ci sono altri due grandi filoni: quelle che cercano l'efficacia (che sono orientate alla difesa personale ed al combattimento reale) che in Giappone prendono il suffisso Jitsu (arte) e quelle che cercano di offrire un percorso di crescita all'interno della "filosofia del guerriero" che terminano con la sillaba Do (via): un percorso apparentemente diverso, ma sono come due sentieri che si incontrano sulla cima della stessa montagna; ovviamente fra il bianco ed il nero c'è un'infinita scala di grigi e questo è possibile solo perché, al giorno d'oggi, per la guerra moderna e tecnologica, esse non sono più indispensabili sul campo di battaglia, a volte soltanto per la strada.

Quando l'occidentale medio sceglie fra una di queste possibilità, statisticamente, rivolge la sua attenzione alla prima (gli sport da combattimento), un orientale ... all'ultima.

Nella proverbiale scelta fra "essere o avere", l'occidentale, che è attratto da ciò che fa "frizzare i sensi" (quello che il giovane medio definirebbe "fico") sceglierebbe "avere", gli basta "apparire superficialmente"; il giapponese, che ama ciò che "è bello" praticherebbe per "essere", per "divenire", seppure, anche nel Giappone attuale, la filosofia, l'approccio del cittadino medio si sta occidentalizzando.


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