Glossario
In questo glossario raccogliamo indistintamente la terminologia di tutte le scuole di Kyûdô sulle quali siamo riusciti a trovare informazioni, che siano presenti o meno in Italia.
AOSO: Canapa, materiale di base per la corda dell'arco.
ARIAKE: Uno dei modi di osservare il bersaglio
ASHIBUMI: (Ashi - humi : piede - premere); il primo stadio di Hassetsu; assumere una
posizione di base.
ATARI: Colpire il bersaglio.
AZUCHI: Misto di terra, sabbia e talvolta segatura che costituisce il fondo su cui
appoggia il bersaglio sostenuto dal Gogushi; generalmente l'azuchi è alto 1,5 metri,
profondo alla base 70 centimetri ed ha una inclinazione di 60/70 gradi.
BIKURI: incontrollabile rilassamento muscolare parziale durante la fase di Nobiai
BONDO: Colla; può essere vinilica o a base di resina stemperata in olio.
BOSHI: (Cappello) indica il pollice del guanto della mano destra.
BÔYA: Freccia senza impennatura per il tiro al makiwara.
BUDO: (Bu - Do : guerra - via) Le Arti Marziali.
BUSHAGEI: (Bu - sha - gei: guerra - tiro - arte) Arte del tiro per la guerra.
CHIKA MATO: (vicino bersaglio) lo stesso che Komatomae.
CHU: Il centro, il mezzo, la parte centrale.
CHUDAN: (Chu - Dan : centrale - grado) si riferisce alla posizione centrale.
DAIICHI KAIZOE: Primo Kaizoe.
DAINI KAIZOE: Secondo Kaizoe.
DAISAN: (Dai - San : grande - tre) fase intermedia nel quinto stadio di Hassetsu.
DAN: Grado, livello.
DENSHO: (Den - Sho : comunicare - libro) è il testo che tramanda i "segreti" di
una scuola.
DÔ: Via, sentiero, percorso (anche e soprattutto figurato)
DÔJÔ: (Dô - Jô : via - luogo) La sala della Via (dell'allenamento).
DÔSHA: (Dô - sha : tempio - tiro) il tiro presso il tempio (Sanjûsan Gendô), una delle
principali "filosofie" di tiro.
DOSOKU: nessuna freccia ha colpito il bersaglio (simile a Zannen); si contrappone a
Kaichû.
DOZUKURI: (Do - zukuri : tronco - conformazione) sistemare il tronco, il secondo stadio di
Hassetsu; assumere una posizione di base stabile.
ENBU: dimostrazione di arti marziali (militare).
ENTEKI: (En - teki : lontano - bersaglio) si contrappone a Kinteki.
FUDO: (Fu - do : negazione - muovere) immobilità.
FUTAME TSUKAI: (Futa - me - tsukai : due - occhio - usare) guardare due volte.
FUDEKO: Cenere di paglia di riso usata sull'impugnatura dell'arco.
FUDO-NYO: Guardiani del Buddismo; Fudo, l'inamovibile e Nyo, l'indomabile. Entrambi
simboleggiano la disciplina e il Kiai.
GASSAIBUKURO: La borsa che porta tutta l'attrezzatura necessaria per la manutenzione.
GIRIKO: Colofonia in polvere usata sul guanto.
GIRIKO IRE: Contenitore della colofonia.
GOGUSHI: L'ancia, generalmente di bambù, che sorregge il Mato sull'Azuchi.
GOKUI: (Estremo) è inteso come "tecnica segreta".
GORIN no SHO: Titolo giapponese del "Libro dei cinque anelli" di Miyamoto
Musashi.
GOSHA: (Go - sha : cinque - tiro) i cinque modi per allenarsi al perfezionamento del tiro.
GOSHI: Variazione fonetica di koshi.
HADANUGI: L'atto di togliersi la manica del kimono durante le cerimonie praticate dai
tiratori di grado superiore; la lunga manica va sfilata dal braccio sinistro e sistemata
con cura lungo il fianco perché non impedisca il movimento della corda durante la
tensione dell'arco e lo sgancio.
HAKAMA: Tipo di gonna-pantalone che costituisce parte dell'abito tradizionale giapponese
utilizzata anche nell'abbigliamento di alcune arti marziali tra le quali il Kyûdô.
HAKAMA ITA: La parte superiore e posteriore rigida dell'Hakama da uomo.
HANAKA BUSHI: Nodo del bambù situato sulla freccia al centro delle penne.
HANARE: (Dividere) lo sgancio, la settima fase dell'Hassetsu.
HANE: Le penne della freccia.
HANSHI: La terza qualifica di insegnamento paragonabile all'italiano Maestro; nella
federazione giapponese è il titolo più elevato.
HARA: La regione addominale che racchiude l'energia vitale (Ki) o uno stato della mente
nello sviluppo del proprio carattere.
HARAGEI: L'arte del controllo dell'energia; Ki.
HARIGAO: (Hari - gao : tendere - aspetto) l'aspetto dell'arco caricato ma non ancora
aperto.
HASSETSU: Vedi Shao hassetsu.
HATARAKI: Attività, lavoro.
HAZU: La cocca della freccia.
HAZUMAKI: Fasciatura delle penne situata vicino la cocca la freccia.
HAYA: La prima freccia delle due che vengono lanciate nel Kyûdô (Le penne sono incurvate
in senso orario viste dalla cocca).
HAYAKE: (Haya - ke : veloce - indizio) Il termine indica la sensazione dello sgancio
veloce, prematuro.
HIGO: Nella laminazione dell'arco, il nucleo formato da tre a cinque strati di bambù
(Sanbon Higo, Yonhon Higo, Gohon Higo).
HIKIME: Frecce con una grossa punta di legno spesso imbottita usate per lo Yabusame, la
Inu-oi-mono ed il Kasagake.
HIKITE: Vedi Katte.
HIKIWAKE: Tendere l'arco, il quinto stadio dell'Hassetsu.
HIMO: Il cinturino del guanto.
HITOE no MINO YUGAMAE: (Hitoe - mino : sovrapposto - corpo) posizione nella quale l'arco
è sovrapposto al corpo.
HITOTE: (contrazione di Hitotsu - te : uno - mano) la coppia di frecce (Haya ed Otoya)
usata nella pratica del Kyûdô.
HITOTSUMATO: Un bersaglio - Una sequenza di tiro in gruppo con un unico bersaglio (si
contrappone a Mochimato).
HITSUKO: Stesso che Giriko.
HIZA GAMAE: Posizione (di tiro) in ginocchio; può essere Omote (Yin Kiai) con sollevato
il ginocchio destro o Ura (Yang Kiai) per quello sinistro.
HIZUMI: Deformazione, curvatura.
HOJO: Strategia, la legge che stabilisce la Via dello spadaccino; vedi Gorin no Sho.
HOKOBUSE no KANE: (Hoko - huse : cima - capovolgere) regola dell'inclinare la punta
dell'arco.
HONZA: La prima delle due linee (tracciata o immaginaria) presenti in un Kyûdôjo dove
l'arciere si prepara al tiro (vedi Shai).
HOO: Guancia, zigomo.
HOOZUKE. (Hoo - zuke : zigomo - applicare) portare la freccia allo zigomo.
HOSHA: (Ho - sha : camminare - tiro) il tiro dei fanti considerato il tiro di guerra; una
delle principali "filosofie" di tiro.
HOSHIMATO: (Hoshi - mato: stella - bersaglio) bersaglio di circa 36 cm. di diametro bianco
con al centro un'area nera di 12 cm. di diametro.
INAGASHI: tirare il più lontano possibile.
INSAI: Soprannome di Yoshida Genpachiro Shigeuji caposcuola della Heki Ryû Insai Ha
(1561-1638).
INU-OI-MONO: Detta anche Taka-inu o caccia al cane, consisteva nel lasciare
"liberi" un certo numero di cani in un recinto assieme al cacciatore a cavallo.
ITATSUKI: Stesso che Yajiri.
IZUKE BUSHI: Nodo del bambù situato sull'asta della freccia vicino alla punta.
JINKAKU: Carattere; Individualità; Personalità (Jinkaku no Hito: una persona di elevato
carattere).
JUMONJI: (Ju - mon - ji : dieci - segno - carattere) il carattere del numero 10: una croce
perfetta.
KABURA-YA: Freccia fischiante usata nelle cerimonie e/o per segnalazione.
KAKE: In origine "attrezzatura"; si usa per indicare il guanto; può essere
Mitsugake, Yotsugake o Morogake.
KAI: Incontro; sesto stadio dell'Hassetsu; nella nomenclatura ZNKR, kai racchiude quello
che nella scuola Heki insai-ha sono tsumeai, nobiai e yagoro.
KAICHÛ: (tutto centrato) quando tutte le greccie disponibili colpiscono il bersaglio (si
contrappone a Dosoku e Zannen).
KAIZOE: L'aiutante del praticante nel Kyûdô; in talune cerimonie superiori possono
esservene due.
KAMAE: Posizione, atteggiamento.
KANE: Regola.
KANJI: Carattere ideografico della scrittura giapponese.
KANTEKI: Penetrare il bersaglio; seconda delle tre fasi dell'apprendimento.
KANTEKI: Guardare il bersaglio; pratica di controllo e nome del controllore per la
salvaguardia delle frecce; se per qualunque motivo presso il bersaglio una freccia si pone
di traverso, il Kanteki fa interrompere il tiro e va a rilevarla.
KASUMIMATO: (Kasumi - mato : nebbia - bersaglio) bersaglio regolare (36 cm.) che si
presenta a più anelli concentrici.
KATA: Stile, forma.
KATTE: La mano che tira, la destra (si contrappone a Oshide); termine usato solamente
nell'ambito del kyûdô; anticamente si diceva Hikite.
KATTEBANARE: (Katte - hanare) sgancio con la mano destra.
KAZUYA: (Kazu - ya : numeri - freccia) grande quantità di frecce.
KAZUYAMAE: Tecnica per tirare un gran numero di frecce.
KEIKOGI: La parte superiore dell'abito per la pratica.
KI: L'energia vitale e spirituale che si emana dal Tanden.
KIAI: Energia e vibrazione spirituale.
KIMONO: Termine che indica in generale l'abito giapponese e in particolare la veste
esterna; letteralmente significa: la cosa che si indossa.
KINTEKI: (bersaglio vicino) lo stesso che Komatomae, si contrappone a Enteki.
KISHA: (Ki - Sha : cavaliere - tiro) più noto con il nome di Yabusame è una delle
principali "filosofie" di tiro.
KIZA: Il termine si riferisce alla posizione in ginocchio del Taihai; la scuola Heki
chiama così la posizione per tirare molte frecce in battaglia. .
KODANSHA: Si dice di praticante in possesso di un grado Dan (Yudansha) di livello
superiore, generalmente dal V in poi.
KOMATOMAE: (Ko - mato - mae : piccolo - bersaglio - metodo) allenamento al bersaglio
standard (diametro di 36 centimetri) a 28 metri; lo stesso che Kinteki.
KOSHI: Anca.
KOTSU: Segreto, espediente.
KURIYAMAE: Metodo di tiro per la massima distanza senza bersaglio.
KUSUNE: Resina; usata anche per la produzione del Giriko e del Bondo, si distribuisce
sulla corda per compattarne le fibre.
KYOSHI: La seconda qualifica di insegnamento paragonabile all'italiano Istruttore; nella
federazione giapponese è il titolo intermedio.
KYÛDÔGI: Lo stesso che Keikogi per la pratica del Kyûdô.
KYÛDÔJO: Dôjo dove si pratica il Kyûdô.
KYÛDÔKA: Praticante di Kyûdô; lo stesso che Kyûdôjin.
KYÛDÔJIN: (Kyûdô - jin : Kyûdô - uomo) Colui che pratica il Kyûdô.
MAGUSUNE: Struttura reticolare realizzata solitamente con le vecchie corde di fibra
naturale intrise di Bondo per la manutenzione della corda.
MAKIWARA: Battifreccia di addestramento fatto a barilotto, di paglia; si usa a 2 metri
circa per verificare la posizione e la tecnica di tiro senza preoccuparsi della mira.
MAKIWARA MAE: Allenamento al Makiwara.
MATO: Bersaglio solitamente di circa 36 cm., viene posto sull'Azuchi sorretto dal Gogushi,
inclinato di circa 5 gradi rispetto la verticale, il suo bordo a 9 cm. dalla base in modo
che il centro si trovi all'altezza di 27 cm.; in base al suo disegno si differenzia in
Hoshimato e Kasumimato.
MATOGAMI: (Mato - kami : bersaglio - carta) la carta tesa sul Matowaku che costituisce il
bersaglio.
MATOWAKU: Il telaio generalmente di legno che costituisce la base del Mato.
METE: (Me - Te : cavallo - mano) la mano che tiene la briglia del cavallo, cioè la
destra. Termine usato solo nello Yabusame (si contrappone a Yunde).
MITSUGAKE: (Mitsu - kake : tre - guanto) il guanto più usato, a tre dita.
MIYAMOTO MUSASHI: Celebre maestro dell'arte della spada, uomo d'armi, pittore e poeta
vissuto nel Giappone feudale (1584-1645).
MOCHIMATO: Le cerimonie di tiro con un bersaglio per ogni tiratore (si contrappone a
Hitotsumato).
MONOMI: (Mono - mi : oggetto - guardare) guardare il bersaglio.
MOROGAKE: (Moro - kake : completo - guanto) il guanto a cinque dita; è quello usato per
lo Yabusame.
MOROOTOSHI: Otoshi da otosu "fare cadere"; moro "ambedue.
MOTARE: incapacità a sganciare la freccia in modo seco ed equilibrato.
MOTO HAGI: Fasciatura delle penne della freccia dal lato della punta.
MOTO HAZU: La penna inferiore dell'arco.
MUDANSHA: Praticante che non ha ancora raggiunto il titolo di Dan; si contrappone a
Yudansha.
MUNEZURU: (Mune - petto, torace : tsuru - corda) portare la corda al petto.
MUNEATE: Protezione pettorale per le donne.
MUSHIN: La mente naturale priva di inganni.
NAKADACHI: La persona o le persone che si incontrano in una sequenza di tiro di gruppo.
NAKAJIKAKE: La parte rinforzata della corda dove la freccia viene incoccata.
NAKAOSHI: (naka - centrale : oshi - spinta) il corretto modo di impugnare e spingere
l'arco con la mano sinistra.
NERAI: La mira.
NIGIRI: L'impugnatura dell'arco.
NIGIRIKAWA: La pelle usata per l'impugnatura dell'arco.
NOBI: Allungamento; espansione del torace al momento dello scocco.
NOBI: Estensione in lunghezza degli archi (2 Sun Nobi, 4 Sun Nobi, ecc.).
NOBIAI: Unione degli allungamenti; concentrazione di tutto in un unico prima dello scocco,
secondo la scuola Heki Insai-ha.
NOJINAI: (No - jinai : asta - curvarsi) flessibilità della freccia.
NONAKABUSHI: Giuntura della freccia situata a metà asta (terza giuntura) .
OBI: La cintura a fascia tradizionale giapponese.
OCHI: L'ultima persona della sequenza di tiro in gruppo.
OMAE: La prima persona nel tiro in gruppo.
ÔMATO: Grande bersaglio; di 158 o 100 cm di diametro, è usato per tiri a lunga distanza.
OSHIDE: La mano che spinge, la sinistra (si contrappone a Katte); termine usato solamente
nel Kyûdô.
OTOYA: La seconda delle due frecce lanciate nel Kyûdô (le penne sono incurvate in senso
antiorario guardate dalla cocca).
REI: Inchino; contrazione di Reigi.
REIGI: L'Etichetta ed ogni gesto che le afferisce come inchinarsi, ecc..
REISHA: Il tiro da cerimonia.
REISHAGEI: (Rei - sha - gei: formalità - tiro - arte) Arte del tiro previsto dalle
cerimonie.
RENSHI: La prima qualifica di insegnamento, paragonabile all'italiano allenatore, della
federazione giapponese.
RISSHA: Movimenti in posizione eretta preparatori al tiro contrapposti a Zasha.
RYÛ: Scuola.
SAHO: Lo stesso che Reigi, maniere, decoro, correttezza.
SANBUNNONI: Una delle fasi del tiro Heki Insai-ha.
SEIZA: (Sei - za : giusto - sedere) formale posizione a sedere.
SENSEI: Maestro, professore, insegnante in genere.
SENSHU: Colui che si allena, praticante.
SHA: Tiro, tirare.
SHADÔ: La Via del tiro, lo stesso che Kyûdô.
SHAGI: Abilità di tiro; dignità nell'arte.
SHAHIN: Espressione caratteriale del tiro; dignità.
SHAHO: (Sha - ho : tiro - regola) il codice del tiro.
SHAHO HASSETSU: Il codice che suddivide il tiro in otto fasi, così come è stato
codificato dalla ZNKR.
SHAI: La seconda delle due linee (tracciata o immaginaria) presenti in un Dôjô a cavallo
della quale si prepara e si esegue il tiro (vedi Honza).
SHAJUTSU: (Sha - jutsu : tiro - arte) tecnica del tiro.
SHAKAKU: Capacità di tiro. Grado.
SHAKU: Antica misura di lunghezza giapponese corrispondente a cm 30,3.
SHAREI: Forma cerimoniale del Kyûdô.
SHINGAN: L'occhio della mente; percezione dal cuore.
SHINKI: Lo spirito.
SHITAGAKE: Il sottoguanto.
SHITAOSHI: (Shita - oshi : sotto - spingere) spingere verso il basso; contrario di Uwaoshi
.
SHOGO: Il detentore di uno dei titoli relativi alla docenza.
SHÔMEN: Letteralmente significa "parte frontale, la faccia". E' il termine
riferito alla forma stabilita dalla scuola che fa Uchiokoshi davanti al corpo.
SOBAGI: Strato di legno di gelso impiegato per costruire l'arco.
SODE: La manica dell'abito giapponese.
SODEZURIBUSHI: Nodo del bambù situato nella parte superiore della freccia, verso le
penne.
SONDI: Il massimo livello di armonia fra la mano destra e la mano sinistra.
SUMI: Abitare, oppure inchiostro.
SUN: Misura di pollice giapponese (3,03 cm.) vedi Nobi.
TABI: Calzini giapponesi.
TACHI: Posizione in piedi.
TAIHAI: (Tai - Hai : corpo - armonia) prende questo nome la cerimonia di tiro su 5
bersagli per gli esami di Dan.
TAI no WARIKOMI: (Tai - wari - komi : corpo - diviso - abbondantemente) prende questo nome
l'ultima spinta del corpo all'interno dell'arco, al momento del rilascio, con un movimento
deciso.
TAKA-INU: Vedi Inu-oi-mono.
TANDEN: Centro spirituale dell'essere; area dell'energia Ki situata al di sotto
dell'ombelico.
TANDEN SOKU: Respirazione calma e tranquilla accompagnata della concentrazione sul Tanden
durante la meditazione.
TANREN: Formazione spirituale, addestramento spirituale.
TASUKI: Nastro che le donne usano per legare le maniche dell'abito durante il tiro.
TEKICHU: (Teki - chu : bersaglio - centro) cogliere il bersaglio.
TEKIMAE: Teki la medesima pronuncia indica due kanji: "nemici" oppure
"bersaglio; mae "ciò che sta di fronte", ma anche "tecnica";
letteralmente "avere i nemici di fronte". È considerato un tipo di allenamento
di fronte al bersaglio. Originariamente era il tiro in gruppo per la guerra.
TENOUCHI: (Te - no - uchi : mano - di - dentro) L'interno della mano, sottointeso
sinistra, che afferra l'arco. Tenouchi significa anche cosa segreta.
TORIKAKE: (Tori - kake : prendere - guanto) afferrare con il guanto destro la corda
assieme alla freccia.
TORIUCHI: Curvatura superiore dell'arco.
TOTEKI: (To - teki : colpire - bersaglio) prima fase della progressione nel Kyûdô in cui
il tiratore risente della preoccupazione di colpire il bersaglio.
TOYAMAE: (To - ya - mae : lontano - freccia - tecnica) tecnica per tirare lontano.
TSUKEBANARE: (Tsuke - hanare : attaccare - sgancio) si dice quando lo sgancio avviene
appena la freccia ha toccato Hoozuke e non si sia stabilita la mira.
TSUKUBAI: Sedersi, chinarsi.
TSUMEAI: (Tsume - ai : colmare - unire) concentrare sino a rendere unico.
TSUMERU: Riempire.
TSUNOMI: (Tsuno - mi : corna - guardare) guardare l'angolo della mano; la tecnica
"segreta" della mano sinistra indicata da parole dal significato apparentemente
occulto.
TSUNOMI-no-HATARAKI: Il lavoro di Tsunomi.
TSURIAI: Armonia totale fra le braccia quando la corda viene tirata completamente.
TSURU: La corda dell'arco.
TSURUMAKI: Avvolgicorda, impiegato di solito per le corde di scorta già preparate.
TSURUMAKURA: (Tsuru - makura : corda - cuscino) il cuscino su cui appoggia la corda.
TSURUMICHI: (Tsuru - michi : corda - strada) il percorso che segue la corda.
TSURUNE: Il suono che emette la corda allo sgancio; il tiratore esperto riesce a
riconoscere attraverso lo Tsurune i difetti della corda, dell'arco, il livello del
tiratore e molte altre cose.
TSURUSHIRABE: Il controllo della corda durante la fase di Dozukuri.
TSURUWA: Laccio della corda dell'arco, il cappio che si fissa sulla penna.
UCHIOKOSHI: La quarta fase dell'Hassetsu.
USHIRO: Letteralmente "dietro"; nel Kyûdô si usa anche per indicare la parte
sinistra del bersaglio.
URAHAGI: La fasciatura delle penne della freccia dal lato cocca.
URAHAZU: La penna superiore dell'arco.
UWAOSHI: (Uwa - oshi : sopra - spingere) spingere inclinando l'arco dall'alto verso il
basso.
WAFUKU: Abito giapponese simile al Kimono; i tiratori di grado superiore lo indossano
al posto del Keikogi.
WAKIZASHI: La spada che sta a fianco a quella lunga; l'unica delle due che si conservava
durante il tiro cerimoniale.
WARAJI: Letteralmente significa ciabatta; lo stesso che Magusune.
WARIHIZA: (Wari - hiza : dividere - ginocchia) ripartire in parti uguali il peso sulle
ginocchia.
YA: La freccia.
YABUSAME: Il Kyûdô a cavallo; si tira contro tre bersagli distanti circa 3 metri lungo
un percorso di 220 metri.
YAGORO: (Ya - koro : freccia - occasione) l'occasione dello sgancio.
YAGUCHI: (Ya - guchi : freccia - bocca) lo scostarsi della freccia dall'arco.
YAGURA: (Ya - gura : freccia - edificio) posizione per il tiro effettuato all'interno di
una costruzione.
YAJIRI: La punta della freccia.
YASUMEZURU: Il piccolo laccio all'estremità dell'arco che tiene la corda quando l'arco
viene scaricato.
YATATE: Contenitore per le frecce.
YATORI: L'atto di recuperare le frecce dal Mato e coloro che lo eseguono.
YATSUGAE: (Ya - tsugae : freccia - incoccare) l'atto di incoccare la freccia.
YAZUKA: La lunghezza teorica della freccia, misurata dalla base del collo fino alla punta
delle dita distese (con il braccio orizzontale), corrispondente a circa metà altezza del
corpo; viene anche impiegata come misura per l'apertura di Ashibumi; per quanto riguarda
la reale lunghezza dell'asta è consigliato aumentarla di 5-6 cm. (lo spazio di tre dita)
per questioni di sicurezza, specialmente per i principianti.
YAZURIDO: Fasciatura mediana sull'arco (sopra l'impugnatura) di rattan, il punto in cui
slitta la freccia durante l'apertura dell'arco.
YAZUTSU: (Faretra) il contenitore che porta le frecce.
YOTSUGAKE: (Yotsu - kake : quattro - guanto) il guanto a quattro dita.
YU: Mezzo inchino.
YUDANSHA: Praticante che ha raggiunto il livello di Dan; si contrappone a Mudan.
YUDAOSHI: Chiusura dell'arco; il movimento che segue Zanshin, l'ultimo stadio
dell'Hassetsu.
YUGAERI: (Yu - kaeru : arco - tornare) l'arco che gira, la rotazione dell'arco su se
stesso nel momento del rilascio (Hanare).
YUGAKE: La stessa cosa che Kake.
YUGAMAE: (Yu - kamae : arco - posizione) la maniera di maneggiare l'arco, il terzo stadio
di Hassetsu.
YUMI: L'arco.
YUMIFUDOKORO: La forma ellittica delle braccia che reggono l'arco all'inizio del movimento
verso l'alto (Uchiokoshi).
YUNDE: (Yu - te : arco - mano) la mano che tiene l'arco, cioè la sinistra (si contrappone
a Mete).
YURUMI: Rilasciare, allentare.
YURUMIBANARE: È lo sgancio effettuato in un momento di rallentamento della tensione di
Nobiai.
ZANNEN: non colpito; vale tanto per il bersaglio quanto in senso figurato (es. il non
superamento di un esame); si contrappone ad Atari.
ZANSHIN: (Zan - shin : rimanere - spirito) ciò che permane dello spirito; ultimo stadio
dell'Hassetsu.
ZAITEKI: (Zai - teki : esistere - bersaglio) la terza e più elevata fase
dell'apprendimento del Kyûdô in cui tutte le barriere emozionali ed intellettuali
vengono rimosse e si diventa un'unica cosa con il bersaglio e con l'universo tutto,
rendendo il Kyûdô un modo di vivere.
ZASHA: Movimenti di preparazione al tiro eseguiti in posizione seduta; se per qualche
motivo il tiratore non è in grado di abbassarsi li può eseguire Rissha.
ZAZEN: Meditazione (seduta) Zen.
ZEN: Un approccio filosofico alla ricerca del proprio io per mezzo dell'allenamento
spirituale e la realizzazione del corpo.
ZUMOCHI: (Zu - mochi : testa - tenere) aver cura.